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La lesione del midollo spinale, sia di origine traumatica che di origine non traumatica, determina un deficit totale o parziale di varie funzioni al di sotto della sede della lesione. Il midollo spinale ha la funzione di conduttore di input e output: se questo canale viene interrotto verranno fermate anche le connessioni tra cervello e il resto del corpo sia di tipo sensitivo che di tipo motorio.
L'attività fisica adattata è definita come un corpo interdisciplinare di conoscenze pratiche e teoriche dirette a situazioni patologiche anche invalidanti supportando un atteggiamento positivo.
Nei casi di lesione midollare, una volta dimesso il soggetto, quasi sempre presenta uno stato di malessere psicofisico che sfocia in depressione; così l’esercizio può divenire un valido strumento di educazione per condurre uno stile di vita attivo nonostante la disabilità, prevenire lo sviluppo di complicanze secondarie legate alla patologia e alla sedentarietà, promuovere la massima autonomia ed il massimo benessere psicosociale.
Attualmente, l'esercizio fisico è l'unico intervento noto che può avere effetti duraturi sulla funzione dopo una lesione del midollo spinale, sia nel promuovere il recupero neurale che nel ridurre le complicanze secondarie.
L’esercizio deve mantenere degli standard e includere queste tre categorie:
ESERCIZIO AEROBICO
Aumentare la fitness
cardiovascolare
ESERCIZIO DI FORZA
Ridurre gli squilibri
muscolari e migliorare
il tono generale
FLESSIBILITÀ
Incrementare i range of
motion e ridurre la
spasticità
A questo proposito l’ACSM (American College of Sports Medicine) ha creato delle tabelle di indicazione ottimale di esercizio:
‣ un minimo di 10 minuti di attività aerobica due volte a settimana
‣ attività di forza due volte a settimana per almeno 2 serie di 8-10 ripetizioni. (Rapporto 1:3 tra esercizi di spinta e tirata.)
‣ flessibilità quotidianamente.
L’American College of Sports Medicine è la massima autorità mondiale in fatto di fisiologia e clinica dell’esercizio fisico dal 1954 e ritiene l’attività fisica uno strumento fondamentale per il benessere dei soggetti sani e non.
TEST SPERIMENTALI DA SOMMINISTRARE
Al fine di avere un chiaro panorama del soggetto e di quali siano gli eventuali miglioramenti o evidenziare carenze vengono svolti dei test sperimentali oggettivi e ripetibili. (all’inizio e ogni 3 mesi di lavoro)
‣ misure antropometriche (circonferenze e pliche)
‣ questionari riguardanti il dolore e la qualità della vita
‣ test massimali per la forza
‣ test di flessibilità per i range of motion (gradi di movimento attivi)
‣ test da campo per la capacità aerobica e anaerobica
‣ eventuali successi personali nell’attività di vita quotidiana. (unica
fonte soggettiva sotto forma di diario personale)
RUOLO DELLO SPECIALISTA DELL’ESERCIZIO
La funzione del laureato in scienze motorie consiste nel trovare soluzioni alternative che permettano ai soggetti con disabilità
motorie di raggiungere gli scopi prefissati.
Lo specialista dell’esercizio propone programmi di attività fisica che seguono specifici punti: analisi della situazione iniziale, identificazione dei bisogni, definizione degli obiettivi, scelta delle metodologie e degli strumenti ed infine verifica dei risultati raggiunti. Crea quindi un programma di allenamento ad hoc, adattato alle difficoltà e in grado di dare supporto emotivo ed aiutare il soggetto a limitare i conflitti con un ambiente che a fatica si adatta ai suoi bisogni.
Dott.ssa Giorgia Tollardo
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
‣ ACSM. Linee guida per i test e la prescrizione di esercizio
‣ In J. Orley and W. Kuyken, 1994. The development of the World Health Organization quality of life assessment instrument (the WHOQOL). The WHOQOL Group.
‣ Kathleen A. Martin Ginis et all, 2017. Evidence-based scientific exercise guidelines for adults with spinal cord injury: an update and a new guideline. Spinal Cord 56, 308-321.
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